ROSCIGNO VECCHIA – VISITA AL PAESE ABBANDONATO

Se vuoi fare una gita di una giornata, in un posto incantato, come se fossi in una spedizione della tua compagnia di D&D, allora devi visitare Roscigno Vecchia. Un paese ricco di antiche energie e pieno di storia da assimilare solo camminando per le vie di questo borgo ormai abbandonato.

” A trattare bene la natura si tratta bene se stessi”

Giuseppe ”’Libero”’ Spagnuolo – Ultimo abitante di Roscigno

LA STORIA

Roscigno nasce attorno all’anno 1000 per esigenza degli allevatori di porci e bovini che non volevano percorrere 4 km ogni giorno e costruirono i primi nuclei abitati vicino ad un monastero di Benedettini. Posizionata su un colle, nel Parco Nazionale dei Cilento. Per secoli la popolazione locale si è dedicata all’agricoltura e nel 1268 Roscigno Vecchia contava 110 famiglie. Agli inizi del 1500, tuttavia, se il paese fosse uno smartphone sarebbe sicuramente in modalità vibrazione, ricevendo messaggini da

Chiesa San Nicola di Bari, 1700, Piazza Nicotera, Roscigno Vecchia

da parte della natura che venivano ignorati dai popolani che vivevano nel loro confort e non pensavano di lasciarlo, innamorati di quel fantastico borgo sul colle. Proprio in quel periodo, nel 1515 Roscigno raggiunse la sua completa autonomia amministrativa.

Nel 1600 ci fu la prima riedificazione a causa delle frane seguita da una seconda nel 1700. I roscignoli hanno sempre avuto un rapporto ancestrale con le acque di questo posto. Tutta la zona infatti è colpita da numerosi eventi di carsismo. Per questo motivo, nel Parco Nazionale del Cilento, ci sono numerosissime grotte di natura carsica. I fenomeni di carsismo e del flysch regalano a queste zone paesaggi variegati che passano da dolci colline ricoperte da uliveti a morfologie decisamente più ruvide e spigolose che danno vita a rapide e torrenti, fino ai boschi di lecci, castagni e faggi, dai colori incredibili, ma questa è un’altra storia.

Nel 1804 avviene in Italia l’applicazione dell’editto di Saint Cloud, il quale ordina di creare un camposanto al di fuori delle mura cittadine. Nel 1817, quindi, si dovette creare il cimitero di Roscigno Vecchia, che chiuse dopo solo un secolo di attività. Visitandolo si noterà la sua piccolezza e il numero ridotto di tombe.

Arriviamo agli inizi del 1900 quando avviene l’ennesima violenta frana seguita da due ordinanze da parte dal parte genio civile che ordinava l’evacuazione del paese. La prima ordinanza nel 1907, la seconda nel 1908 che sancisce l’abbandono forzato del paese. Nonostante ciò, molti abitanti si rifiutarono di andare via, alcuni per affetto verso il luogo e altri semplicemente per mancanza di denaro. Altri immigrarono al nord Italia, in Svizzera o nelle Americhe e altri ancora rimasero nel circondario. Negli anni ’60 il paese è ormai distrutto e colpito di nuovo dalla natura, questa volta venne totalmente abbandonato, tranne che per 3 abitanti, gli ultimi: Luigi, Grazia e Dorina. Dorina rimase sola dopo la morte degli altri due. Era una suora che non volle seguire il fratello e la sorella e rimase nella casa del padre, senza luce e acqua fino alla sua morte nel 2000. A quel punto il paese era davvero vuoto, ma la sua energia fece sì che qualcuno tornasse ad abitarlo. Nel 2001 infatti Giuseppe ”libero” Spagnuolo fa ritorno a quello che è il suo paese d’origine, dove vive ancora oggi. Se sarete fortunati, potrete incontrarlo e scambiarci due parole.

Nel 1988 Roscigno diventa patrimonio dell’umanità, l’Unesco inserisce altri 4 siti: il Parco Nazionale del Cilento, il Vallo di Diano, Paestum e la certosa di Padula.

Nel 1989 venne girato il primo di tre film in questa fantastica location chiamato ”Cavalli si nasce”. Segue ”Radio West” nel 2003, con protagonista l’ormai scomparso Pietro Taricone e ”Noi credevamo” nel 2010.

Cosa vedere

Appena si entra nel borgo ci troviamo nella piazza principale, Piazza Nicotera. Questo era il cuore pulsante del paese, dove i paesani si incontravano e svolgevano le loro attività quotidiane, come fare la spesa, lavare i panni, andare in chiesa o incontrare qualcuno. Le famiglie erano numerose e vivevano in case piccole che circondano la piazza che e presenta diversi punti d’interesse. Infatti possiamo vedere la bellissima chiesa di San Nicola di Bari risalente al 1700, la fontana circolare ancora in funzione, un abbeveratoio, il fusto di un Olmo, l’ultimo rimasto dei tre che vennero raggiunti dal virus che negli anni ’80 colpì tutta l’Europa. Questo ultimo mezzo fusto secolare è dedicato, con una targa, ad Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, che lottò contro la ‘ndrangheta a favore della natura, ma anche questa è un’altra affascinante storia. Guardandoci ancora in torno nella piazza noteremo un albero gigantesco, quello è un platano che io ho abbracciato per sentire la forza della vita e consiglio di farlo anche voi. Un palazzone svetta di fronte a voi, l’ex municipio ed infine il percorso della civiltà contadina, allestito in 6 sale, dove si ripercorrono le principali attività quotidiane dei secoli scorsi (viticoltura, olivicoltura, allevamento, caseificio, lavorazione di campi e lana e la coltura del grano).

In questa piazza silenziosa e avvolgente, puoi sederti su una panchina, fissare il secolare albero, far viaggiare i pensieri e liberare la mente dalle stravaganze che oggi giorno viviamo nelle caotiche città.

Se ti addentri nei vicoli, troverai case di pietra in rovina e affacciandoti all’interno avrai l’idea di come si potesse vivere li (fatelo con prudenza, è pur sempre un paese crollato e le frane continuano ad esserci). Se aguzzi la vista, noterai i portali in pietra o le cornici decorate, simboli dello status del proprietario, o ancora ringhiere in ferro battuto, alcune insegne scolorite dal tempo e qualche bottega. Troverete molte strade inaccessibili per via di rovi ed erbacce e osservandoli mi venne spontanea una riflessione: quando madre terra vuole, si riprende, senza chiedere, ciò che è suo.

Perciò dovremmo ringraziare ed essere rispettosi della natura, che ci da tanto ma sa anche come riprenderselo.

Ritornare a visitare questi posti ci insegna ad apprezzare di più la natura, lontani dal caos delle città.

Gli eventi

Roscigno per la sua forza attrattiva fa si che di anno in anno si aggiungano nuove feste, festival, raduni, ritrovi e chi più ne ha più ne metta.

Il più importante è il Roscigno Fest che avviene dal 2009, è la festa dedicata all’asparago e avviene a Maggio e dura diversi giorni, ogni anno cambia il programma ma è sempre ricco di eventi.

Nel 2023 il Beccaccia day primo evento dedicato ad una singola specie selvatica, con l’obbiettivo di costruire una nuova visione per tutti gli appassionati, per un futuro della caccia e della conservazione che deve necessariamente passare attraverso una corretta informazione.

Sempre nel 2023 il primo evento nazionale sulla Dieta Mediterranea tenuto a giugno.

Cosa vedere nei dintorni

Sorgente del Sammaro

La Gole del Sammaro sono una meta ideale per escursioni e canyoning tra i maestosi scenari naturali del Parco del Cilento

Parco nazionale del Cilento

Ovviamente ci sono mille cose da fare a e da vedere nel parco, fare l’elenco vuol dire fare un altro articolo, il sito ufficiale cita ”LASCIATI CONQUISTARE DAI TUOI DESIDERI, PER VIVERE UN’AUTENTICA ESPERIENZA IMMERSA TRA PAESAGGI INCONTAMINATI E LE TUE PASSIONI”

Le rovine di Sacco

A 4 km. da Roscigno ci sono le rovine di Sacco. Un posto ormai in rovina, ma che era un punto strategico come avanposto. Erge su un colle con una vista pazzesca e un piccolo trekking per arrivarci, si supera un ponticello molto carino in legno e si arriva alle rovine che affacciano sulla Valle del Sammaro

Grotta dell’Angelo

La chiesa/grotta di San Michele Arcangelo a Fasanella è una chiesa in una grotta rupestre. Dentro la grotta si trovano i resti mortali dell’abata Francesco Carocciolo, una cappella, sculture, affreschi trecenteschi, la statua in marmo di san Michele Arcangelo ed un pozzo. La cappella che si può ammirare all’interno della grotta naturale è dedicata all’Immacolata; poco lontano si può vedere il pulpito dell’abate Francesco Carocciolo.

Le gole del Calore

Le Gole del fiume Calore salernitano rappresentano uno dei paesaggi naturali più incantevoli che si possono ammirare in Campania.

Cinque profonde forre per vivere a pieno la bellezza di un ecosistema ancora integro e incontaminato.

Bellissime per escursioni, picnic, trekking, giri in canoa.

I ponti medievali che attraversano il fiume calore

Ci sono 4 ponti medievali da vedere, per foto meravigliose e per il fascino della storico che emettono. MAGLIANO VETERE è quello meglio conservato e più bello ma ci sono anche gli altri da non perdere che sono: Felitto, Laurino e Piaggine

Antece

Nel cuore della catena montuosa degli Alburni, a 1125 m s.l.m. (Cima Costa Palomba), è stata ritrovata un’antica scultura rupestre raffigurante un guerriero scolpito nella roccia, conosciuto con il nome di Antece (in gergo locale, antico o immobile). La scultura è ispirata ad un guerriero e risalirebbe a circa 2500 anni fa, per via dell’abbigliamento dell’Antece ovvero tunica ionica di origine orientale, scudo e scure. L’UNESCO ha inserito l’Antece nella lista del Patrimonio dell’Umanità per il suo valore antico e la sua origine leggendaria.

La Grotta di San Michele

La grotta di San Michele Arcangelo è una cavità naturale. La particolarità del sito è la presenza al suo interno di una struttura religiosa complessa e di particolare rilevanza storica, composta da cinque edifici di notevole pregio denominati martyrion, una Basilica ad aula unica con affreschi di epoca longobarda, due edicole votive con cortile, una chiesa e un oratorio

Il remolino di Felitto

A parte che per la sua bellezza naturalistica, questo percorso è perfetto per gli amanti del cibo. Ci sono aree per il cibo fai da te, per il picnic e ci sono ristoranti, bar e trattorie. Ovviamente nella bella stagione il bagno è obbligatorio.

Spot Fotografici

Ponte di Sacco coordinate:

40.38965994496972, 15.36500464484715

Ponte in pietra strada regionale 488 coordinate:

40.377361262740614, 15.238306754368445

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